Ti ringrazio, Signore, per il sacramento dell’unzione, che mi rafforzerà negli ultimi momenti della lotta e m’aiuterà a salvarmi, dando vigore all’anima, sì che possiamo gioire eternamente. (Diario 1286)
Quando passo per le corsie d’ospedale e mi soffermo a parlare con gli ammalati, a volte, sorgono delle domande importanti: “Che rapporto c’è tra la sofferenza e l’Amore di Dio? Le malattie forse le manda Dio? Oppure forse le permette?” Mi auguro che ogni cristiano si rifiuti di credere che Dio mandi le sofferenze, le malattie. Rifiutiamoci anche di credere che sia Dio a permetterle, perché colui che permette, in qualche modo, è complice … e Dio non è mai complice del male. In questo, per me, il Vangelo è molto chiaro: le guarigioni che compie Gesù mi aiutano a credere che Gesù non vuole il male ed è capace di guarire qualsiasi malattia. Gesù può togliere tutte le malattie del mondo, può persino eliminare in un istante il coronavirus, ma non lo fa. Gesù non toglie la malattia dal mondo. Perché? Perché Gesù non si accontenta delle guarigioni fisiche e non gli basta essere riconosciuto come il guaritore … Dio non si accontenta di darci quello che vogliamo noi, ma vuole darci molto di più: la Salvezza. Noi forse saremmo disposti ad accontentarci, di essere guariti da tutte le nostre sofferenze, ma a Dio questo non basta. Il Cristo Risorto vuole guarire l’umanità dalla radice di tutti i mali: il nostro peccato. In ospedale, oltre a portare conforto spirituale ai pazienti, ai parenti e, a volte, agli operatori sanitari, vivo il privilegio di donare il sacramento dell’unzione degli infermi. In ospedale la malattia è, in un certo senso, maestra di vita: mi ricorda che siamo fragili, limitati, che siamo creature e non siamo dei. Il sacramento dell’unzione degli infermi ci insegna che noi non siamo solo corpo, ma siamo anche anima … e l’anima può rimanere sempre giovane e bella. Il sacramento meraviglioso dell’unzione degli infermi ci richiama alla realtà spirituale per eccellenza: non c’è solo questa vita, ma ne esiste un’altra, dopo di questa, splendida, eterna … Se giova alla fede, il sacramento dell’unzione degli infermi può persino guarire fisicamente il malato. Il sacramento dell’unzione degli infermi dona al paziente gravemente ammalato, o in uno stadio di peggioramento della malattia, il conforto, la pace interiore, il coraggio di affrontare le prove della sofferenza. Ti ringrazio Signore perché mi permetti di donare ai pazienti il sacramento dell’unzione degli infermi che perdona i peccati e purifica l’anima, prepara il malato all’ultimo passo, al passaggio alla nuova vita, per accogliere il dono più grande: la Salvezza eterna!
Frate Attilio Gueli OFMCap, Faustinum Bergamo