“Non aver paura di nulla, Io sono con te; queste questioni sono nelle Mie mani e Io le realizzerò secondo la Mia Misericordia, e niente si può opporre alla Mia volontà”. (Diario 573)
Nel 2005 io avevo 48 anni, mia moglie Angela 42, mio figlio Gianluca 16 e Cristina 10 anni. Mia moglie scoprì di essere incinta, questa però per lei non fu una dolce sorpresa. Con Cristina, allora la più piccola dei nostri figli, pensavamo di aver chiuso il capitolo figli e di non averne altri, anche perché ormai erano trascorsi 10 anni dall’ultimo figlio. A 42 anni dicono che il parto potrebbe essere a rischio. In più si aggiunse la presenza di un mioma grande 2 cm (Riscontrato con l’ecografia). Con questo quadro non troppo felice si cominciò a pensare alle conseguenze del parto e si faceva sempre più concreta la possibilità di abortire come unica soluzione per risolvere il problema, per tranquillizzarla convinsi Angela a chiedere un consulto alla ginecologa del consultorio familiare (speravo che l’avrebbe convinta a portare avanti la gravidanza minimizzando la situazione.) Quel sabato mattina la ginecologa del consultorio vide gli esami fatti e il mioma, rivolgendosi ad Angela le disse queste testuali parole: “Signora questo mioma con il passare del tempo si ingrandirà e le creerà grossi problemi sia a lei che al bambino, inoltre c’è il rischio che il bambino subisca delle malformazioni fisiche e mentali. Lei passerà tutto il tempo della gravidanza a letto (potrebbe avere delle perdite di sangue) e ogni giorno dovrà aver bisogno di una persona che I ‘accudisca”. Poi aggiunse; “Se oltre suo marito non c’è nessun’altro in casa come farà? Se poi suo marito è al lavoro come farà a cavarsela da sola? Signora mi creda quello a cui lei va incontro con questa gravidanza non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico, e va di mezzo anche la sua salute”. Mi permisi di interrompere il suo discorso, ma mi fu subito replicato: “Lei caro signore non c’entra niente, chi deve decidere se abortire o no, è sua moglie, non lei. Signora, oggi è sabato, lunedì mattina vada alla clinica e abortisca, non aspetti nemmeno un minuto in più”. Ormai sembrava una decisione irrevocabile, la domenica mattina andammo a messa alla chiesa di S. Antonio (che è sempre stato il nostro santo protettore). Mi misi in fila al momento della comunione e col cuore in mano chiesi al Signore di liberarmi da quella situazione, gli promisi che avrei fatto qualsiasi cosa, se avesse impedito l’aborto. Arrivai quasi vicino all’ altare e girando lo sguardo alla mia sinistra vidi un manifesto di San Giovanni Paolo II con sotto la scritta” Non abbiate paura”. L’attimo successivo mi comunicai. Tornai al banco con la convinzione che quel messaggio del Papa era diretto a me, sembrava mi dicesse di non avere paura perché sarebbe andato tutto bene. Dopo la messa io e mia moglie parlammo con un sacerdote (padre Teofilo) di tutto quello che era accaduto e che sarebbe successo la mattina successiva. Lui ci disse: “Avete sentito il parere di quella dottoressa, ora rivolgetevi a un altro ginecologo facendogli vedere tutti gli esami clinici, poi fatemi sapere”. Angela, acconsentì e disse: “facciamo quest’ultimo tentativo”. La mattina dopo andammo da un altro ginecologo, vide tutte le cartelle e disse: “E allora, Qual’ è il problema? Questo bambino lo volete oppure no?”
Noi gli raccontammo quanto ci aveva detto la ginecologa del consultorio, ma lui rispose: “non c’è nessun problema per il mioma, ho fatto partorire donne con un mioma grosso quanto un’arancia, e con l’età più avanzata della sua, inoltre ci tengo a dirle che non sono obiettore di coscienza, nel senso che non avrei alcun motivo per dirle una cosa non vera.” Lo ringraziammo per il consulto e la disponibilità, nel cuor mio ringraziai Gesù perché vidi chiaramente l’intervento della Sua mano Misericordiosa. Tornammo quella stessa mattina alla chiesa di S. Antonio da padre Teofilo e gli dicemmo tutto, lui segui mia moglie nei mesi successivi incoraggiandola a portare avanti la gravidanza e dicendole che Dio non l’avrebbe abbandonata e accadde proprio così, Angela portò avanti la gravidanza senza nessun problema, svolgendo i servizi in casa e aiutò anche sua madre (che in quel periodo non stava bene). Successe esattamente il contrario di quello che la ginecologa del consultorio le aveva pronosticato. In più Angela verso la fine della gravidanza temeva i dolori del parto. Anche qui si manifestò la mano di Dio, le si ruppero le acque così velocemente che fu portata in sala parto, dove partorì quasi senza dolore.
Nacque Daniele che oggi ha 15 anni e gode di ottima salute, ringraziando Dio.
Se quella domenica mattina io e Angela non saremmo andati a messa (chiedendo aiuto al Signore), Angela avrebbe abortito, Daniele non sarebbe mai nato (nonostante è un ragazzo normale sano e intelligente). La cosa che però mi ha colpito maggiormente è questa: il Signore ha cambiato in un attimo ciò che sembrava ormai essere una strada senza uscita: un aborto inevitabile alla luce di previsioni tanto negative (e per di più riferite da chi dovrebbe conoscere bene il proprio lavoro di ginecologa). Questa esperienza mi ha fatto ricordare le parole dette da Gesù a santa Faustina Kowalska che aveva paura delle difficoltà, ed esitava nel compiere la volontà di Dio: “Sappi che io sono con te. Io stabilisco le difficoltà e Io le supero in un attimo e posso mutare gli atteggiamenti contrari in atteggiamenti favorevoli a questa causa” Queste parole di Gesù si riferivano alla istituzione della festa e al culto della divina Misericordia tramite l’immagine di Gesù Misericordioso con i due raggi (come apparve a Santa Faustina), però quelle parole di Gesù valgono sempre e in ogni situazione della nostra vita. Ciò che è impossibile all’ uomo non lo è per Dio. Concludo dicendo che il Signore non ci abbandona mai, ed è la verità, perché io e mia moglie lo abbiamo sperimentate direttamente nella nostra vita. Per questo ringrazio l’Infinita Misericordia di Dio e San Giovanni Paolo II (il papa della Misericordia), la Misericordia che non si esaurisce mai neanche davanti alle nostre grandi miserie, specie quando ci assale il timore di fare una cosa che va contro la volontà di Dio (come uccidere il proprio bambino prima ancora di farlo nascere nel luogo che dovrebbe essere per lui il più sicuro al mondo, cioè il grembo della propria madre).
Giovanni, apostolo Faustinum di Bari