Oltre noi stessi

1Cor 11,26-29

Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.

Diario di santa Faustina, n. 1407 – «Oggi, mentre mi accostavo alla santa Comunione, ho notato un’ostia viva nella pisside, proprio quella che il sacerdote mi ha dato. Quando sono tornata a posto, ho chiesto al Signore: “Perché una sola viva, quando si sa che sei egualmente vivo in tutte le ostie?”. Il Signore mi rispose: “È così, sono lo stesso sotto tutte le ostie ma non tutte le anime Mi ricevono con una fede così viva come la tua, figlia Mia, e per questo non posso agire nelle loro anime, come agisco nella tua anima”».

Meditazione

Risorgendo, Gesù non ha vinto solo la propria morte, ma la morte di chiunque sceglie di credere, cioè di accoglierLo. «A quanti però lo hanno accolto», dice il vangelo di Giovanni, «ha dato il potere di diventare figli di Dio» (1,12). Il potere di diventare figli di Dio consiste nella capacità di diventare il Figlio di Dio stesso, il quale, come dice lo stesso vangelo di Giovanni, ha promesso di prendere dimora insieme al Padre in coloro che lo amano e, perciò, osservano la Sua Parola: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (14,23). Se quindi Gesù prende dimora in chi crede in Lui, costui o costei risorgerà in unione con Lui: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25). Tutto questo ci fa intuire la bellezza, ma anche l’impegnativa posta in gioco nel momento in cui ci si accosta a ricevere Gesù nel grande sacramento dell’Eucaristia. Chi riceve infatti l’Eucaristia deve farlo con la disponibilità a formare un corpo solo, ma anche un’anima sola con Gesù: cioè a «comportarsi come Lui si è comportato» (1Gv 2,6). E Gesù si è comportato in modo da rendere la volontà del Padre il suo stesso cibo: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4,34). Questo cibo (una sorta di “eucaristia” di cui Gesù alimentava i Suoi pensieri, le Sue parole e le Sue azioni) era quello di dare di continuo la Sua vita per noi. Un perpetuo dono di sé che ha toccato il suo apice con l’istituzione del sacramento del Suo Corpo e Sangue donato per noi. Ma Lui che dice «Questo è il mio corpo che è dato per voi», subito dopo aggiunge «fate questo in memoria di me» (Lc 22,19). Ossia: vivete nel totale dono di voi stessi, come io totalmente mi dono a voi. Se Gesù ha trovato in santa suor Faustina un’anima capace di lasciarsi trasformare in Gesù stesso è proprio perché santa suor Faustina cercava di vivere con una sorta di “coerenza eucaristica” che la spingeva a donarsi in ogni circostanza. Gesù agisce in noi e ci trasforma in Lui se trova questa disponibilità. È il vivo desiderio di imitarLo nel dono di sé ad attirare il Suo favore e la Sua stessa grazia.

Domande di riflessione

  1. Con quali intenzioni mi sono accostato/a, fino ad oggi, al sacramento dell’Eucaristia?
  2. Mi è mai capitato di ricevere il Corpo di Cristo senza avere partecipato integralmente alla celebrazione eucaristica?
  3. Sono consapevole che ricevere il Signore senza il desiderio di donarmi al prossimo (chiunque sia) è una profanazione del Sacramento?
  4. Ricevere l’Eucaristia mi spinge a donarmi a chi incontro in famiglia, sul lavoro e in tutti gli altri ambiti della mia vita?

Preghiere

  1. Perdonaci, Gesù, per tutte le volte in cui ci siamo accostati a Te in modo indegno. Preghiamo.
  2. Riversa su di noi, Gesù, la Tua Misericordia e fa’ che quando Ti riceviamo nell’Eucaristia Tu possa trovare in noi una degna dimora in cui abitare. Preghiamo.
  3. Uniscici a Te, Gesù, e fa’ che la Tua volontà sia il cibo di ogni istante della nostra vita. Preghiamo.
  4. La Misericordia con cui Ti doni a noi nell’Eucaristia, Gesù, sia la stessa con cui ci doniamo agli altri. Preghiamo.

Segue la coroncina alla Divina Misericordia.