Gv 3,16-19
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Diario di santa Faustina, n. 379 – «Con le anime che ricorreranno alla Mia Misericordia e con le anime che esalteranno e faranno conoscere ad altre la Mia grande Misericordia, nell’ora della loro morte Mi comporterò secondo la Mia Misericordia infinita. Il Mio Cuore è addolorato – ha detto Gesù – perché anche le anime elette non comprendono quanto sia grande la Mia Misericordia».
Meditazione
La Misericordia di Dio è un evento: la morte di Gesù in Croce. La Lettera agli Ebrei invita a tenere fisso «lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (12,2). Ma chi tiene fisso lo sguardo su Gesù Crocifisso comprende anche l’origine della Misericordia e il suo compimento. L’origine della Misericordia, perché, come dice Gesù, «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»: la ragione dell’invio del Figlio è quindi il l’amore di compassione di Dio per noi e il Suo ardente desiderio della nostra salvezza. Il compimento della Misericordia, poi, perché il Suo punto più alto coincide proprio con la morte di Gesù in Croce. Una morte che, da un lato, è la “prova provata” del grado infinito del Suo amore per noi; e dall’altro, è la sconfitta della nostra morte e la porta d’ingresso alla nostra risurrezione. Ma proprio perché è una porta d’ingresso, la Croce di Gesù rimane un dramma il cui esito non è mai scontato: non tutti infatti decidono di aprire questa porta e di varcarne la soglia. Dice infatti Gesù: «la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie». Amare le tenebre significa amare il peccato: non solo commettere il peccato, quanto piuttosto amarlo: avere costruito cioè con il peccato un rapporto di affinità tale da percepirlo perfino attraente. Amare, invece, la luce è amare Gesù: costruire cioè con Gesù un rapporto di complicità tale da rifiutare ciò che non è Lui e che con Lui non ha nulla da spartire. La porta di questo rapporto di complicità con Gesù può restare però chiusa. Per chi tiene fisso lo sguardo sulla Croce (uno sguardo non neutrale, ma coinvolto), la Croce è la grande Misericordia da abbracciare con tutto il cuore. Per gli altri (perfino per le anime «elette», cioè battezzate o scelte da Gesù per una missione speciale!) la Sua grande Misericordia sarà la perdita di una grande occasione. È per questi ultimi che «non comprendono» che Gesù è addolorato. A noi non resta quindi che «comprendere» sempre di nuovo e, allo stesso tempo, annunciare la Croce di Gesù al mondo intero.
Domande di riflessione
- A che punto ritengo sia arrivato il mio cammino di amore per Gesù?
- Ritengo di avere compreso, non solo intellettualmente ma soprattutto affettivamente, l’amore di Gesù per me?
- Quanto mi accorgo che se commetto un peccato è perché ho costruito con esso un rapporto di affinità?
- Quando faccio del bene, lo faccio per accrescere e intensificare il mio rapporto d’amore con Gesù, o per altre ragioni?
- Quanto mi accorgo che con il Battesimo, per Gesù, io sono un’«anima eletta», cioè un privilegiato o una privilegiata da Dio?
Preghiere
- Perché tutti le persone battezzate comprendano il privilegio di essere stati scelti da Dio. Preghiamo.
- Gesù Misericordioso, fa’ che ci impegniamo con tutto il cuore ad abbracciare il tuo grande amore per noi. Preghiamo.
- Fa’ che gli agonizzanti, Gesù, decidano di aprire la porta della Tua Divina Misericordia. Preghiamo.
- Rendici, Gesù, annunciatori delicati e appassionati della Tua Croce a chi non crede. Preghiamo.
Segue la coroncina alla Divina Misericordia.