Ed il Signore mi disse: «Quando in cielo vedrai le giornate che stai passando attualmente, ti rallegrerai e vorresti vederne il più possibile. Non Mi meraviglio, figlia Mia, che tu non possa comprendere questo ora, poiché il tuo cuore è colmo di sofferenza e di nostalgia di Me.” (Diario 1787).
Spesso mi trovo a pensare che le giornate che vivo siano inutili, in quanto mi trovo affaccendata nel lavoro, nelle commissioni domestiche, nel ruolo di madre, moglie, amica e mi sembra quasi di non avere nessuno spazio per Gesù nella giornata; o per meglio dire: dare a Cristo lo spazio quotidiano che merita. A volte ci sono dei momenti nella vita dove la fatica e la sofferenza, causata da alcune situazioni particolari, diventa così pesante che non vedo l’ora di tornare alla casa del Padre perché sono consapevole che lì sicuramente c’è tanto amore che mi aspetta. Lo stesso Amore tuttavia lo trovo nella mia anima, nel mio cuore, quando dedico il mio tempo all’incontro con Lui. Mi chiedo dove stia il punto di equilibrio fra il fare e l’essere, tra il fare e il pregare. Credo che questa stabilità sia nello svolgere tutti i nostri compiti terreni solo e in funzione dell’amore: motivati dallo Spirito che abbiamo dentro di noi che ci ricongiunge a Dio tanto da farci sentire la nostalgia di Dio come la nostalgia del ritorno a casa. Mi ha sorpreso quando Gesù dice a suor Faustina che dal cielo, quando rivedrà le sue giornate, gli darà un valore diverso ed è proprio così: Dio ci dona le situazioni, gli avvenimenti della vita per accompagnarci, per farci crescere spiritualmente, per non farci smarrire la strada. La via che ci riporta a casa nel miglior modo possibile. Mi sono riconosciuta in questo passo del diario di suor Faustina in quanto tante volte anch’io sento quella nostalgia di casa dalla quale noi tutti proveniamo e alla quale noi tutti siamo destinati. La falsa nostalgia, a volte, si manifesta come l’ansia per una prova, l’apprensione causata da una sofferenza terrena e il desiderio di vivere senza fatiche: considero la nostalgia come il desiderare una vita senza problemi. Altre volte, invece, la nostalgia è una esperienza spirituale meravigliosa. Essa cresce nell’incontro con la Divina Misericordia, la sorgente inesauribile da cui scaturisce lo Spirito di amare! Nella Preghiera sperimento la dolce comunione con Cristo, capace di rivelarmi il Volto Misericordioso del Padre, per poi affrontare la vita terrena e offrire tutto questo amore in ogni gesto che compio, dal più umile e più sofferto, al più gioioso. Mi impegno a porre l’amore di Dio in ogni mio gesto perché sono convinta che il Signore, per mezzo della purificazione della mia anima, sia capace di convertire i miei momenti di fatica e sofferenza nella gioia dell’essere amata e provare una nostalgia che ha il profumo dolce del desiderio ardente di Dio. Gesù confido in Te
Giovanna, apostola Faustinum di Bergamo