“Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, mi metterò fra il Padre e l’anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso” (Diario, 1541).
Ho vissuto con forza la verità di questa promessa data da Gesù a suor Faustina nel diario, quando ho affrontato la morte di mio padre.
Mezz’ora prima della sua dipartita, alle 3 di notte, seduta in una sala dell’ospedale, mi accorgo che esattamente sopra di me c’è un piccolo quadretto di Gesù Misericordioso, che qualcuno aveva messo. Nel mezzo di un momento drammatico, questo fu un segno per me, mi diede anche la forza nell’accompagnare mio padre nell’agonia recitando la coroncina alla Divina Misericordia.
Sapevo che nel diario Gesù aveva promesso delle grazie, però un conto è leggere che Gesù dice e promette questo, e un conto è viverlo direttamente, entrare in queste parole, perché quando ho iniziato a recitarla accanto a mio papà, ho sentito in me una pace e una forza inspiegabili, che non erano mie, perché io ero nel momento più difficile della mia vita; vedevo mio padre sereno, la preghiera della Coroncina stessa accompagnava il suo distacco in un modo profondo, come se le parole stesse fossero vive, è difficile da spiegare, trovare le parole giuste per descrivere, ma la pace che ho sentito e ho visto, la profondità spirituale di quel momento sono state molto forti e sono rimaste indelebili nella mia anima.
Mio padre è tornato a Dio al termine della recita della Coroncina alla Divina Misericordia, e quindi ho deciso di raccontarlo per testimoniare la profondità spirituale di ciò che Gesù ha detto, rispetto alla recita della preghiera della Coroncina alla Divina Misericordia per i moribondi.
Valentina, Faustinum Varese