Siamo oltre la metà del pellegrinaggio quaresimale e la liturgia della Chiesa, interrompendo per un momento l’austerità di questo tempo, ci invita a “rallegrarci”. La liturgia della Chiesa attenua persino il colore dei paramenti liturgici, dal viola passa al “rosaceo”, per sottolineare questo stacco di letizia.
“Dio ha tanto amato il mondo…” È questa la chiave di lettura che la Parola di Dio ci offre in questa domenica, per entrare fruttuosamente nel mistero della Pasqua, ormai vicina. Amore-misericordia: è la parola d’ordine, l’unico progetto del nostro Dio. Morte e vita, giudizio e salvezza, condanna e fede, tenebre e luce, male e verità… sono alcune espressioni del dualismo caratteristico di Giovanni, che appare anche nel Vangelo di oggi.
La storia umana di tutti i tempi è fatta di questi contrasti, tensioni e vittorie parziali: a volte del male, altre del bene, a seconda delle forze e avvenimenti che si accavallano e si scontrano. Ciò che maggiormente angustia il cuore umano è sapere chi è più forte, chi prevarrà alla fine, quale sarà la parola definitiva. L’ottimismo o la depressione, la speranza o la disperazione dipendono dalla risposta a questo dilemma. “Sul peccato e sul male del mondo risplende sempre la luce dell’amore di Dio” (F. Mauriac).
L’evangelista Giovanni –nella conversazione di Gesù con Nicodemo- ci dà la risposta di speranza: l’amore di Dio prevale sul male del mondo.
Il giudizio di Dio sul mondo è la salvezza, offerta come dono; la parola definitiva di Dio non è la morte, ma la vita. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (v. 3, 16). La condanna, eventualmente, è una scelta personale di alcuni: è il retaggio soltanto per chi ama le tenebre e odia la luce (v. 19-20).
Il progetto di Dio è tutto e sempre per la vita.Per non chiudere gli occhi alla luce, è sufficiente e necessario guardare a Lui: Egli è il Figlio, il primo di molti figli e fratelli, innalzato alla vista di tutti, “perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3, 15).
La salvezza è offerta a chi crede, a chiunque eleva lo sguardo verso di Lui, a coloro che “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19, 37).
Tenere fisso lo sguardo d’amore su di Lui è fonte di salvezza, come raccomandava Gesù stesso a santa Faustina: “Il Mio Cuore è stracolmo di tanta Misericordia per le anime e soprattutto per i poveri peccatori. Oh! se riuscissero a capire che Io sono per loro il migliore dei Padri; che per loro è scaturito dal Mio Cuore Sangue e Acqua, come da una sorgente strapiena di Misericordia”. (Diario, 367)
padre Christian Vegna OFM
Faustinum Milazzo (Me)