“Convertitevi e credete al Vangelo”! Insieme alle ceneri questa parola di Gesù è imposta sul capo dei credenti per ricordare ad un tempo l’inizio e il fine del cammino quaresimale. La quaresima costituisce da sempre per i cristiani ” il tempo favorevole”, l’occasione propizia per rinnovare il cammino della conversione, del ritorno a Dio, della fede nel Vangelo di Gesù Cristo: si tratta di rifiutare gli idoli seducenti, di tentare un allontanamento dal cattivo operare per giungere alla celebrazione della Pasqua in una rinnovata fedeltà all’unico Signore vivente e vero (cit.). In questa prima domenica di quaresima dell’anno B, la liturgia ci offre il racconto della tentazione di Gesù nel deserto dal vangelo di Marco che, rispetto agli altri sinottici, è molto breve e sintetica. Mentre Matteo, ad esempio, descrive le tentazioni le une dopo le altre, Marco riduce a tre righe il racconto e il senso di questo evento della vita di Gesù. Ma, come sempre, la caratteristica fondamentale del vangelo di Marco è quella di un profondo simbolismo. Ognuno dei dettagli presenti in queste tre righe è ricco di senso. Sappiamo che nell’Antico Testamento il deserto aveva due sensi fondamentali: da una parte era un tempo di purificazione, dall’altro un tempo di rinnovo dell’Alleanza. In questo secondo senso (tempo dell’Alleanza), era visto come il periodo nel quale il popolo aveva dovuto contare unicamente sul Signore per la sua sussistenza. Nel deserto non si poteva coltivare e non c’era acqua e il popolo riceveva dal Signore la manna, cioè il pane, le quaglie, cioè la carne, e addirittura anche l’acqua, che scaturiva dalla roccia che li seguiva ovunque essi andassero. La peregrinazione nel deserto diventava in questo modo per il popolo una maniera di fare l’esperienza di come e di quanto il Signore amasse il popolo, si occupasse di lui, lo seguisse in tutte le sue peregrinazioni, non gli facesse mancare nulla. Così nel vangelo di oggi, in queste tre righe di Marco, troviamo sintetizzati questi due aspetti della concezione veterotestamentaria del deserto. Da una parte, nella prima riga, il deserto è visto come il tempo della tentazione quando si dice che lo Spirito sospinse Gesù nel deserto, dove rimase quaranta giorni (come i quarant’anni del popolo nel deserto) tentato da Satana. D’altra parte il riferimento al deserto come al tempo privilegiato di esperienza dell’Alleanza, cioè dell’amore del Signore, traspare in due dettagli del vangelo il cui senso non è immediatamente evidente: Stava (Gesù) con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. La prima lettura dal Libro della Genesi parla di una alleanza che il Signore stabilisce con Noè e con i suoi figli: “Io stabilisco la mia alleanza con voi , con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici…”. Il Signore, nel ristabilire l’amicizia tra se stesso e l’uomo, ristabilisce anche l’amicizia tra l’uomo ed il creato.Tutto questo si compie in Gesù, l’uomo nuovo riconciliato con Dio, che riconcilia in sè tutta la creazione. Questo piccolo dettaglio diventa quindi un segno di alleanza. L’ altro dettaglio che segue è anche esso molto importante: gli angeli lo servivano. Sappiamo che l’uomo, a causa del suo peccato, era stato cacciato dal paradiso, escluso dalla familiarità, dalla convivenza con gli angeli. Addirittura gli angeli, un angelo in particolare, era stato posto come guardiano del cammino che conduce all’Eden, armato di una spada per impedire all’uomo di ritornare al paradiso. Ebbene, con l’uomo nuovo che è Gesù, gli angeli non sono più un ostacolo, un impedimento; gli angeli non impediscono più il ritorno, non bloccano più la via del paradiso, ma addirittura servono l’uomo. Quindi questo periodo di Gesù nel deserto ristabilisce l’alleanza, cioè l’amicizia tra l’uomo e Dio. Questo tempo di quaresima deve avere la medesima caratteristica. Se da una parte è il periodo nel quale cerchiamo di rinnovare la nostra fedeltà al Signore, di resistere alle tentazioni che più spesso ci fanno cadere, di rinnovare la nostra vita cristiana, d’altra parte è un periodo privilegiato per sperimentare l’amicizia e l’amore di Dio per noi, per celebrare l’alleanza con Dio e per riscoprire questo aspetto fondamentale della relazione di amore, di riconciliazione e di amicizia con Dio che si riflette nella nostra relazione con la creazione. Dopo che Gesù ritorna dal deserto comincia la sua predicazione. Ed anche qui il parallelo con il Libro della Genesi e con il diluvio e l’alleanza che segue illumina le tre righe con le quali Marco descrive questa parte del ministero di Gesù: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Il momento nel quale Gesù inaugura la sua predicazione è simile a quello in cui Noè costruisce l’arca. Quando Noè costruisce l’arca, il tempo è compiuto e Dio interviene nella storia per sradicare il male attraverso l’acqua del diluvio, l’acqua che ricopre tutta la terra e che cancella il male ( segno e prefigurazione del Battesimo che ci dona la vita dei figli di Dio in Cristo e ci lava dal peccato). Il tempo quindi è compiuto. E’ un invito che dobbiamo prendere molto seriamente. Gli uomini del tempo di Noè non gli credettero quando annunziò loro che il tempo era compiuto. Crederemo noi oggi alla predicazione di Gesù? E’ il tempo della conversione. E’ il tempo di credere nel Vangelo. E il Vangelo, la “buona notizia” è che, come al tempo di Noè, il Signore vuole rinnovare l’alleanza con il suo popolo. Questo – diceva Dio a Noè – è il segno dell’alleanza che io pongo tra me e voi: pongo il mio arco su di voi, l’arcobaleno, perché sia il segno dell’alleanza tra me e la terra. Questo arcobaleno che è un ponte tra la terra e il cielo, il nuovo arcobaleno è Gesù; Gesù che viene a noi nella ricchezza dei colori del suo amore, della sua misericordia, della sua giustizia, della sua fedeltà; Gesù che riapre la strada fra la terra e il cielo; Gesù che ci ricongiunge al Padre; Gesù che, con il suo apparire, segnala che il temporale è passato, che il tempo dell’amicizia è ritornato. Apriamoci a tutta la ricchezza di grazia che attraverso queste potenti e suggestive immagini ci vuole trasmettere il vangelo, spronandoci a vivere questo tempo di quaresima. Portiamo con noi l’invito che Gesù ci rivolge nel vangelo di oggi: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo. In questo lasciamoci accompagnare dall’esempio e dalla testimonianza di Santa suor Faustina con queste istruzioni ricevute dal Signore Gesù, che ci possono aiutare nella lotta spirituale in questo cammino quaresimale: ” Non lottare da sola contro la tentazione, ma rivelarla subito al confessore ed allora la tentazione perderà tutta la sua forza. Secondo: in queste prove non perdere la calma, vivi alla Mia presenza, chiedi l’aiuto della Madre Mia e dei Santi. Terzo: abbi la certezza che io ti guardo e ti sostengo. Quarto: non temere nè le lotte spirituali nè alcuna tentazione, poichè Io ti sostengo, purchè tu voglia lottare, sappi che la vittoria sarà sempre dalla tua parte. Quinto: sappi che con una lotta intrepida Mi fai un grande onore e metti da parte meriti per te; la tentazione ti offre la possibilità di mostrarMi la tua fedeltà” (Diario, 1560).
P. Christian Vegna OFM.
Faustinum, Milazzo (Me)