Al Cuore di tutte le grazie

Gv 19,33-34 

Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Diario di santa Faustina, n. 1777 – «Sappi, figlia Mia, che il Mio Cuore è la Misericordia stessa. Da questo mare di Misericordia le grazie si riversano sul mondo intero».

Meditazione

Quello verso il Cuore di Gesù non è un culto statico, ma dinamico. Le preghiere e perfino le giaculatorie più semplici a Lui rivolte («Cuore di Gesù, fa’ che ti ami sempre più») producono cioè, in chi le pronuncia con fede, un effetto concreto che consiste in ciò che Gesù spiega a santa suor Faustina: «Da questo mare di Misericordia» – dal Cuore di Gesù, appunto – «le grazie si riversano sul mondo intero». Il Cuore di Gesù, infatti, non è solo il simbolo della Sua Persona, ma anche lo stesso organo vitale da cui uscirono sangue e acqua dopo il colpo di lancia inferto sotto la Croce. Tutto questo potrebbe suscitare perplessità. Ma occorre considerare che se Gesù è risorto con il corpo, lo è anche con il Suo Cuore. La conseguenza è immediata: il Cuore di Gesù continua a pulsare ed è perciò un serbatoio grondante di grazie che si riversano su chi devotamente Lo invoca. Questo “fenomeno” era già noto alle prime comunità cristiane, tanto che traspare tra le affermazioni contenute in alcuni passi delle lettere di san Paolo: «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori», scrive l’Apostolo ai Romani, «per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (5,5); «In lui, mediante il suo sangue», dice poi agli Efesini riferendosi a Gesù, «abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli», ecco il punto, «l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà» (1,7-9a). Sottovalutare il culto al Cuore di Gesù è perciò un errore da evitare con cura e da abbracciare con tutte le forze e con tutta l’anima. È vero che la pienezza della grazia viene principalmente attinta dai sacramenti (l’Eucaristia e la Riconciliazione su tutti) ma è anche vero che il culto al Cuore di Gesù – con le sue preghiere e le sue giaculatorie – non sminuisce i sacramenti. Semmai li valorizza e li prolunga nel tempo, oltre che nelle varie circostanze della vita. Forse, come direbbe Gesù, «Non tutti capiscono questa parola» (Mt 19,11). Ma chi ama capisce. Capisce senz’altro. Solo l’amore, infatti, è in grado di capire: solo l’amore spinge cioè a cercare e a invocare, con tutto il… cuore, il Cuore di Gesù.

Domande di riflessione

  1. Ho mai considerato infantile e un po’ bizzarro il culto al Cuore di Gesù?
  2. Come ne valuto ora l’importanza e l’efficacia per la mia vita alla luce di ciò che Gesù ha detto a santa suor Faustina?
  3. Quando la mia fede (intesa come vita di preghiera) soffre di stanchezza, mi rivolgo al Cuore di Gesù per attingere nuove forze?
  4. Penso mai a prolungare nel tempo l’efficacia dei sacramenti con l’invocazione del Cuore di Gesù?
  5. Considero la grandiosità e la bellezza di ricevere in me il Cuore stesso di Gesù quando ricevo l’Eucaristia?

Preghiere

  1. Per coloro che ancora non conoscono i tesori di grazia che si possono attingere dal Cuore di Gesù. Preghiamo.
  2. Perché il Cuore di Gesù pulsi con tutta la Sua vitalità nelle vite di coloro che hanno ricevuto una missione particolare nella Chiesa. Preghiamo.
  3. Perché dal Cuore di Gesù sgorghino fiumi di misericordia su coloro che vivono abitualmente nel peccato. Preghiamo.
  4. Perché il Cuore di Gesù ci insegni a non aver paura di amare con la Sua stessa tenerezza i poveri e gli emarginati. Preghiamo.
  5. Perché il culto al Cuore di Gesù ci insegni a pregare e a implorare misericordia per coloro che non sanno pregare. Preghiamo. 

Segue la coroncina alla Divina Misericordia.